Buongiorno amici. Oggi chiamati a vivere la giustizia di Dio. «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». Gesù si identifica con il misterioso servo del Signore non solo in ragione della sofferenza, o della sua missione salvifica universale, ma anche per l’atteggiamento di umile obbedienza nei confronti del Signore. La profezia continua, è sempre in atto: si realizza nella storia del popolo di Israele, è pienamente compiuta nella passione di Gesù, è la forma della sua comunità che non potrà essere diversa da lui. Prendere su di sé il male del mondo, farsene carico, subendo anche la persecuzione e la morte, con un atteggiamento di compassione e di perdono, nell’espropriazione di sé: è l’identità profonda della Chiesa sempre da perseguire. (Mt 12,14-21)
