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Un’azione che ci salva

Buongiorno amici. Oggi chiamati all’umiltà. Oggi ci rivolgiamo al Signore con la preghiera del pellegrino Russo: Signore Gesù Cristo Figlio di Davide, abbi pietà di me che sono un peccatore. I farisei erano un gruppo religioso importante all’epoca di Gesù. Il termine significava “separati” e tali si consideravano rispetto agli Ebrei perché osservavano scrupolosamente tutti i precetti della legge. Più che l’amore era una visione inflessibile della religione a guidarne il comportamento. I pubblicani invece erano gli esattori delle tasse: essi potevano esigere dalla gente una percentuale per il loro guadagno, che molto spesso andava al di là del giusto, pertanto venivano considerati ladri e truffatori. Il testo di Luca esprime chiaramente il modo diverso con cui i due uomini, rappresentanti delle due categorie pregavano. Il fariseo stava in piedi vicino all’altare ed elencava a Dio i propri meriti. Il pubblicano se ne stava a distanza. Chino e umile riconosceva la propria condizione di peccatore e implorava la misericordia di Dio. Entrambi dicevano il vero: il primo era un giusto secondo la mentalità farisaica; il secondo si dichiarava di fronte a Dio per quello che era in realtà: un pubblico peccatore. Gesù afferma che soltanto il secondo se ne andò perdonato. Una vera e propria bocciatura del modello farisaico di fede. Il pubblicano mostra l’atteggiamento richiesto al credente: l’umiltà, il riconoscimento del proprio peccato e la richiesta del perdono di Dio. (Lc 18,9-14)